Itinerario in Bosnia Erzegovina:
Sarajevo - Mostar - Blagaj - Počitelj - Cascate di Kravice - Stolac - Trebigne
Distanza:
329 km
1. Počitelj: mille e una Neretva
Sveglia presto, lenta colazione in giardino a Mostar e poi via, direzione Počitelj, costeggiando il verde smeraldo della Neretva.
Počitelj, un tempo fiorente e ricca città fortificata ottomana, oggi è un villaggio (quasi) fantasma. Al nostro arrivo qualche sperduto visitatore e due vecchine che vendevano succo al melograno fatto in casa al ciglio della strada. Ci hanno raccontato che dopo la guerra il paese è stato progressivamente abbandonato e ora conta soltanto 40 abitanti. Nell’agosto del 1993, le truppe croate dell’HVO lo distrussero parzialmente. E la pulizia etnica fece tutto il resto…
Esplorerete il paese salendo sulle strade lastricate di pietra grigia, addentrandovi in stretti sentieri, portici e una vegetazione rigogliosa. Vi sembrerà di vivere in una favola ottomana. Quasi per caso si raggiunge la Moschea Hadži Alija del 16esimo secolo (anche questa parzialmente distrutta dalle bombe, come ricordano i frammenti in pietra posti davanti all’ingresso) e la vicina Madrasa (scuola coranica) con le sue quattro cupolette di metallo. Di qui la Fortezza dal nome impronunciabile - Gavrankapetanović, non è molto lontana. Sovrasta il paese e merita la sua ripida salita. Il panorama che si gode dalle finestrelle dell’ultimo piano, in stato di semi abbandono, è pura magia.
2. Il segreto di Blagaj
Se amate Battiato ricorderete i Dervishi tourners che girano sulle spine dorsali.
I Dervishi (da darwish, che significa “cercatore di porte”) sono monaci che aspirano all’ascesi attraverso l’abbandono di ogni bene terreno per avvicinarsi alle porte del paradiso. Sono famosi per la loro particolare danza e vivono in povertà, un po’ come fece San Francesco. Quelli di stanza a Blagaj avevano scelto un luogo mica male: in un piccolo monastero seicentesco alla foce della sorgente carsica del fiume Buna, immersi in una natura selvaggia e asprissima.
Blagaj Tekhija oggi è un centro importantissimo per l’Islam mistico in Bosnia, ed essendo anche incastonato in un luogo da cartolina (aprite google immagini per credere), va da sé che non sarete in pochi a visitarlo. Probabilmente lascerete l’auto dentro un parcheggio abusivo dentro un giardino privato, oltrepasserete un bel viale pieno zeppo di bancarelle che vendono cinesate e prodotti tipici, vi rifocillerete al volo in uno dei ristoranti sul fiume per poi giungere all’ingresso del Monastero.
La struttura sorprenderà per la bellezza ed eleganza dei suoi piccoli ambienti interni: alcune stanze dedicate alla preghiera (con vista sull’acqua smeraldo da alcune piccole finestrelle), la semahana (stanza dedicata al canto dei dervishi), l’hammam con il soffitto stellato da dove penetra la luce, una cucina semplice e una piccola biblioteca. Per accedere, come di consueto, si entra scalzi e bisogna coprire spalle e gambe. (In generale, in Bosnia, è sempre buona norma e forma di rispetto portare con sé un velo per coprirsi nei luoghi religiosi).
Nonostante sia un luogo molto turistico, consiglio questa deviazione di una decina di km dalla caotica Mostar. Ci deve essere una grandissima energia perché il suo misticismo si respira ancora a pieni polmoni.
Soprattutto vi consiglio di venire qui per scovare il “mio” posto segreto.
Siamo fuggiti dalla strada principale a due passi dal monastero, dove si procedeva a fatica, e ci siamo intrufolati in un vecchio mulino abbandonato sul fiume, trovando per caso un giardino dell’eden. Un ruscello fresco, ponticelli e casette seicentesche ben tenute. Eravamo soli. Basta osservare con attenzione per trovarlo.
3. L'anfiteatro d'acqua di Kravice
Sono stata a lungo in dubbio se inserire le Cascate di Kravice a questo elenco di consigli.
Il perché, come sempre, è il turismo di massa che d’estate prende d’assalto questo luogo unico e meraviglioso. E quando dico assalto significa che faticherete a trovare spazio per stendere il telo mare.
Quindi sapete che vi dico? Se venite in alta stagione andate altrove (anche perché si accede con un biglietto di 10 euro a persona). Non apprezzereste la bellezza del posto e andrete via un po’ delusi, come noi. In bassa stagione, o nel resto dell’anno deve essere meraviglioso. L’anfiteatro di cascate è veramente possente e inaspettato, più grande di come immaginavo dalle foto. Il salto del fiume Trebižat è di una 20ina di metri, si apre a ventaglio e si butta in un largo bacino. L’acqua è molto fredda anche in estate, e fare il bagno qui, circondati da bellissime libellule blu elettrico, è davvero rigenerante.
4. Radimlja: dove le stécci fanno ciao
Radimlja è uno scrigno semi sconosciuto che conserva la necropoli medievale più importante di tutto il paese, famosa per le sue 133 stećci, pietre tombali monumentali in pietra calcarea riservate ai membri delle più alte classi sociali.
Potevano essere o di grandi dimensioni, simili a sarcofagi o bauli, o più piccole, in genere verticali. Presentano bassorilievi o incisioni, con foglie d’acanto, vite e grappoli, cerchi radiali, croci stilizzate, ma anche figure animali e umane dedite alle armi o alla caccia. Spesso nelle iscrizioni vengono menzionati i nomi dei defunti e più raramente quelli degli scalpellini che li realizzarono. Nel territorio della Bosnia Erzegovina sono state rinvenute circa 60.000 stećci, non tutte in ottimo stato di conservazione, né facilmente raggiungibili. A Radimlja andrete sul sicuro.
La datazione è molto incerta: secondo alcuni studiosi risalgono al XI-XII secolo, per poi raggiungere il loro apice tra il XIV-XV secolo, prima di scomparire lentamente sotto l'occupazione ottomana.
Le stećci del sito di Radimlja, come riportato in alcuni epitaffi, rappresentano il cimitero della ricca famiglia di militari ortodossi Miloradović-Stjepanović che governò le terre tra Stolac e Mostar a fine 1400. Il simbolo del luogo è una stećak con una figura maschile con il braccio alzato e la mano e le dita grandi. La guida ci ha spiegato che questa simbologia significa “benvenuti”, che lo straniero verrà accolto amichevolmente. Come sempre la Bosnia, è una grande maestra di apertura verso l’altro.
5. Stolac, nella città del dispetto
Dulcis in fundo Stolac. Che di questo breve elenco è la mia tappa preferita.
Sorge sulle rive del fiume Begrava, un piccolo affluente della Neretva, ed è una città d’acqua: il mormorio del suo scorrere vi accompagnerà per tutta la permanenza qui e questa risorsa color smeraldo che scende dai monti è ed è stata l’essenza vitale dell’economia della città.
La cittadina cara ad Andrić (che scrisse “Se Dio ha creato il mondo da qualche parte, lo ha creato a Stolac”) è piccola, ma conserva alcune chicche che vale la pena visitare per immergersi davvero nel cuore dell’Erzegovina di provincia. E fate in fretta, prima che il vicino turismo di massa di Mostar se ne accorga.
la Moschea Čaršija costruita nel 16esimo, fu distrutta dalle bombe nel 1993 quando quasi tutta la città fu rasa al suolo. Il bene è stato recentemente ricostruito com’era dov’era e dichiarato monumento nazionale. Gli affreschi vegetali esterni sono meravigliosi così come il giardino, con annesso piccolo cimitero.
Il ponte ottomano Inat Ćuprija, costruito per dispetto. Se avete visto altri ponti in Bosnia, qui noterete subito qualcosa di strano. Ecco che cosa successe, secondo la leggenda:
Al tempo Stolac era governata da un Pascià ottomano di nome Bey, che un bel giorno venne chiamato dal sultano per arruolarsi nell’esercito e soffocare una rivolta nella lontana Anatolia (1658). Il governatore partì, lasciando imprudentemente Stolac senza comando. Durante la sua assenza giunse, insieme alla sua banda, un usurpatore, un certo Trtak di Ljubinje, che prese immediatamente il potere con forza e minacce. Trtak passeggiando nella cittadina fu colpito da un bel ponte di pietra fatto costruire da Bey. Ne rimase esterrefatto (perché anche gli sciocchi a volte riescono a riconoscere la bellezza). Le arcate sembravano occhi attraverso i quali scorreva l’acqua smeraldo della Bregava. Subito ordinò ai suoi nuovi “sudditi” di costruirne un altro, ancora più bello, con più arcate di quello di Bey. I costruttori del ponte furono costretti ad obbedire, ma escogitarono un dispetto per vendicarsi dell’usurpatore: l’avrebbero costruito sì con un occhio in più, ma asimmetrico e disarmonico. Un’arcata più alta, una più bassa, un arco che terminava sulla riva e l’altro nel fiume. Insomma, non si era mai vista una cosa del genere in tutto l’Impero Ottomano. Ordinato per dispetto, realizzato con dispetto!
Trtak nemmeno se ne accorse e fece una grande festa quando i costruttori terminarono il lavoro, complimentandosi con loro.
Le architetture ottomane, in parte completamente restaurate, che affacciano sui due lati del fiume vi stupiranno, in particolare la casa dei Dervishi Nakshibendi, ma soprattutto la zona residenziale di Begovina, fondata dal governatore Rizvanbegovic nel tardo periodo ottomano (metà del XIX secolo), era una piccola fortezza con mura difensive all’esterno abitata dai kapetan della città (i governatori) e le loro famiglie. All’interno custodiva 4 ville in pietra, con tetti a padiglione rivestiti con lastre di pietra, piccoli negozietti, enormi giardini, stalle e una scuola, oltre a tantissime peschiere che servivano a incanalare l’acqua della Bregava nel complesso. Al momento del mio viaggio era in fase di ricostruzione e restauro.
La zona era ricca di mulini ad acqua che sembrano ponti (alla fine del XVIII secolo se ne contavano circa 22!), alcuni visibili ancora oggi. Possedere un mulino significava essere incredibilmente ricchi.
Il fiume Bregava ha reso Stolac una delle zone più fertili del paese irrigando i suoi campi con un’antica canalizzazione che sfrutta tutte le sue potenzialità nei giardini privati. Sono famose infatti le verdure e la frutta prodotte qui, basta fare un giro fuori dal centro storico per vedere l’immensità di orti e giardini rigogliosi. Se siete in città di venerdì mattina c’è un piccolo mercato alimentare della gente del posto.
Ma non è tutto oro ciò che luccica. La bellezza del paese si ferma davanti al disastro e alle ferite della guerra che sono davvero evidentissime e ancora ben radicate nella memoria collettiva, assestando un bel pugno nello stomaco a tutti i visitatori. Le date dell’enorme cimitero sulla collina, parlano chiaro. La ricostruzione, qui, sembra lentissima. Ma c’è un problema ben più serio della ricostruzione. Stolac purtroppo è famosa per il fenomeno delle “Due scuole sotto lo stesso tetto” imposto agli abitanti nel dopoguerra dopo gli accordi di Dayton e che dura tutt’oggi: l’edificio che ospita la scuola primaria infatti viene occupato la mattina da studenti di etnia croata (cattolici) mentre nel pomeriggio sono i bambini di religione musulmana a frequentare le lezioni. Anche i libri di testo sono diversi, e questo è chiaramente un male perché si insegna ad ognuno una versione soggettiva della storia. Prima della guerra le scuole erano multietniche, multireligiose, multiculturali. Invece gli accordi di “pace” stipulati dalla comunità europea internazionale hanno consentito questo abominio che crea ancora di più discriminazione etnica, impedisce il contatto tra i ragazzi di etnie diverse e lascia intere generazioni nelle pericolose mani dei nazionalismi locali. Gli studenti, da parte loro, rivendicano da anni, con scioperi e proteste nelle piazze, il diritto a una scuola unica.
Passeggiando ho incontrato due bimbe che giocavano per strada e ho chiesto loro una foto. Si sono emozionate, non gli sembrava vero. Allora si sono messe in posa, hanno tirato fuori il sorriso più bello che avevano e si sono abbracciate. Mi sono chiesta se frequentavano la stessa classe, o andavano a scuola in orari diversi…
INDIRIZZI in Bosnia Erzegovina
Palmera, 3 Osmana Đikića, Mostar
Ottimo soggiorno in una casa a pochi passi dal centro storico di Mostar con parcheggio gratuito incluso.
Restoran Labirint, Stari Most, Mostar
La cena con vista migliore sul ponte è qui, dalla stupenda terrazza di questo ristorante. Il cibo è normale, nulla di speciale, prezzi nella norma.
Restoran Fajic, Blagaj 88201
Per un pranzo rifocillante o un aperitivo fuori dalle grandi folle scegliete questo ristorantino letteralmente sul fiume e ordinate una Mostarsko pivo.
River camp Heaven in Nature, S.S Kranjcevica, Stolac
Un angolo di paradiso nella natura di nome e di fatto. Uno dei campeggi più rilassanti in cui sia mai stata: quasi un idillio in una vallata circondata da pendii montuosi. La posizione sul fiume Bregava è fantastica e d'estate è un bel conforto fare il bagno nell'acqua fresca e limpida di montagna, praticamente accanto alla tenda. Vi assicuro che sarà difficile lasciare questo posto. Stolac è a 2 km, tranquillamente raggiungibile a piedi in 15 min.
Old Mill Restoran, R427, Stolac
Ristorante di cucina locale all’interno di un vecchio mulino, con delle piccole penisole esterne protese nell'acqua e circondate dal rumore della cascata di Provalije. Posto perfetto per una cena indimenticabile.
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